Cronaca: il 27 agosto, dopo 238 giorni di digiuno, è morta Ebru Timtik, avvocata turca che era stata arrestata insieme a altri 18 colleghi per il suo impegno nella difesa dei diritti civili in Turchia.
Il 14 agosto, la Corte costituzionale del paese aveva respinto la richiesta di rilascio a scopo precauzionale sia per lei sia per il collega Aytaç Ünsal, entrambi in sciopero della fame, nonostante le loro condizioni di salute fossero già molto critiche e dichiarati non idonei alla reclusione dall’Istituto di medicina legale.
I due avvocati, trasferiti sotto osservazione e contro la loro volontà in diversi ospedali di Istanbul, avevano deciso di trasformare lo sciopero in un “digiuno mortale” il 5 aprile, “Giornata degli avvocati”.
Commento: appartengo a una generazione cresciuta guardando alla televisione i troubles nordirlandesi, una cosa quasi inconcepibile alle soglie di quella che credevamo fosse la fine della storia. Ascoltavamo gli U2 raccontarci il Bloody Sunday di Londonderry e guardavamo film di denuncia sulla sistematica violazione dei diritti civili dei cattolici. In realtà non lo capivamo quel conflitto, erano troppi secoli che gli europei, Svizzeri a parte, non ci si scannavano più per motivi confessionali. Il declino della religiosità era già iniziato al tempo dei lumi, ma il consumismo gli stava dando un colpo forse letale. Era un conflitto surreale, incomprensibile. E quindi anche le ragioni degli uni e i torti degli altri scolorivano confrontati con il nostro mondo sempre più a colori e sempre più piccolo e a portata di mano.
Oggi invece non sappiamo nulla di cosa succede in Turchia. Quella Turchia che quasi entrava nell'Europa politica. Ci sono migliaia di attivisti e giornalisti in carcere, da far invidia a Putin, detenuti senza processi e per periodi interminabili. Non sappiamo neanche bene quali fossero le accuse dell'attività di estrema sinistra Ebru Timtik. Le carceri turche scoppiano di sedicenti terroristi, quasi tutti casualmente colletti bianchi e intellettuali. Ma le accuse a carico di Ebru Timtik non importano: è morta per chiedere un processo equo e giusto per lei e i suoi compagni. Per lei e tutti i turchi.
In Turchia si muore di fame, in Turchia si muore per un giusto processo. Come nell'Irlanda del Nord di Bobby Sands ma noi neanche ce ne curiamo. Eppure la Turchia resta un nostro alleato nella NATO anche se si comporta come la Cina e l'Iran. Se avete letto ora lo sapete, non potete più far finta di niente.