Milano. "Dalla X legislatura regionale è abrogata la legge regionale 20 marzo 1995, n. 12 (Disposizioni in materia di assegno vitalizio e indennità di fine mandato dei consiglieri". Con una sola frase (dal 2011) la Lombardia ha estinto i dinosauri della politica, i "vitalizi". E' bastata una frase in una legge snellissima (un solo articolo, tre commi, visto che un secondo articolo di legge è stato abrogato nel 2013) per confermare, sotto tutti gli aspetti, Regione Lombardia come la più virtuosa d'Italia. E infatti i consiglieri eletti nella X Legislatura, quella iniziata nel 2013 e attualmente in corso, non percepiranno a fine mandato alcun vitalizio. Resta solo da sciogliere in contenzioso con gli ex consiglieri regionali (eletti prima del 2011), che lo avevano maturato per legge e che comunque se lo sono visto sforbiciare.
Martedì al Pirellone, in occasione dell'approvazione del Bilancio del Consiglio regionale, il vicepresidente Fabrizio Cecchetti ha ricordato gli effetti dei tagli ai costi della politica in Lombardia: "Nel corso degli ultimi cinque anni - ha sottolineato in Aula il rappresentante della Lega Nord - il Consiglio regionale con il taglio ai costi della politica e alle spese ha risparmiato 8 milioni e 550 mila euro. Si tratta di risorse importanti che il Consiglio ha poi utilizzato per dare risposte alle aree del disagio sociale e come atto concreto di solidarietà anche verso le popolazioni di altre regioni colpite dal terremoto. Importante poi è stato l’avvio di uno specifico programma di borse di studio e di tirocini formativi che ogni anno viene finanziato proprio con i risparmi dell’Assemblea regionale e che coinvolge decine di giovani”.
ECCO LA LEGGE CHE CANCELLA I VITALIZI (clicca qui)
Sotto un'immagine di un flash mob dei consiglieri lombardi per ricordare che in Lombardia i nuovi eletti non percepiranno alcun vitalizio